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"L'alfabeto abita in una grande casa, con tante stanze, finestre, porte. Sembra un vecchio stabile, visto da fuori, imponente e malmesso, proprio come il dizionario portato a scuola per tanti anni. "Alfabetiche stanze" è il diario delle mie esplorazioni. Parla di quello che ho visto aprendo finestre che hanno la magia di suggerire ogni volta un paesaggio nuovo e familiare allo stesso tempo. Un po' come le fiabe."



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Tre amiche, la Betti, la Vale e la Cri, e il Barozio, negozio di abbigliamento in cui i vestiti sono più le cavie di strampalati esperimenti art nouveau che non articoli in vendita. In questa pop novel travolgente e scanzonata che ha come sfondo la Romagna di Fellini si fa gara a chi è più strano: la Vale, psicologa, "spalma Nutella sulle barrette di pasto sostitutivo", la Cri ama Babù, un "vero bluesman" che ha un'idea tutta sua delle relazioni affettive e dell'inglese e nel frattempo "lavora in un canile", la Betti ha come vicino di casa Jimmy, "artista" dell'uso ricreativo di sostanze & radici, e insieme a lui insegna a un tappeto volante l'atterraggio. E come non bastasse c'è Sniff, "cagnolino robot costruito per aggirare il regolamento condominiale che non prevede la presenza di animali: saltella, scodinzola, fa le fusa (qui Jimmy, l'inventore, si è confuso), sa ballare La morte del cigno, e ama lo yoga". E poi un fratello chiamato Filpsz, un bello da balera che sa dire solo "regolare", una "autoproclamata" star del rock giapponese e tutti gli altri componenti della ghenga, con cui Bettina Baldassari descrive una brigata di amici nella vitalissima provincia italiana.

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